Mi chiamo Davide
e amo le vecchie scatole
Sono l’ultimo di tre figli. Mio fratello ha quasi 11 anni più di me e mia sorella 6. Questa distanza anagrafica fra noi ha fatto di me il rompiballe di turno nei periodi adolescenziali dei miei fratelli maggiori.
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Vivace, faccina da furbetto e sempre stato amante delle vecchie scatole. Perché in quelle scatole magiche trovi di tutto: i mattoncini Lego per giocare con le costruzioni, le automobiline, i rocchetti di filo di cotone, aghi spilli e ditale. Viti, dadi, bulloni e cacciaviti. A volte vengono usate per scopi più nobili come divisori nei cassetti della biancheria, così le puoi trovare piene di calze a destra, e di mutande a sinistra.
Ma nelle vecchie scatole puoi trovarci qualcosa di più. Io ci trovo i “ricordi di una vita”: le lettere ricevute, i bigliettini di auguri conservati, le cartoline delle vacanze altrui e... le fotografie.
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Così quando apri una vecchia scatola e ci trovi le fotografie, magari ingiallite e stropicciate, non puoi fare a meno di fermarti e toccarle, di percepirne la materia fra le dita, l’odore. Le maneggi con cura, perché hai paura che svaniscano nel nulla.
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Credo che in quell’istante occhi, mente e cuore si fermino e si allineino sulla stessa lunghezza d’onda. In quel momento si rendono conto davvero di quanto tempo sia passato, di com’eravamo e di cosa siamo diventati.
In quel momento ti rendi conto che quella normalissima foto di famiglia al completo non si può più rifare, perché qualcuno non c'è più.
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Quella fotografia assume un valore ed un significato così profondo da non poterla nemmeno quantificare: è diventata un pezzo unico nella storia di qualcuno. Quella immagine si è trasformata da semplice fotografia in un prezioso ricordo.
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Una foto unica ed irripetibile, racchiusa e protetta per i vivi da un po’ di cartone senza valore.
Mi chiamo Davide e amo le vecchie scatole…
P.S. io sono quello in braccio…